Rem Koolhaas (Rotterdam, 1944) si forma come giornalista e sceneggiatore cinematografico in Olanda; dalla fine degli anni Sessanta studia architettura, prima a Londra e poi a New York. Nel 1975 fonda con altri l’Office for Metropolitan Architecture (OMA), e da allora costruisce opere notissime fra cui la Casa da Música di Porto, la Biblioteca di Seattle, la sede della CCTV a Pechino e la Fondazione Prada di Milano. Nel 1995 ha dato vita alla struttura gemella AMO (Architecture Media Organization), un laboratorio di idee nato per indagare le possibilità dell’architettura come attività intellettuale oltre la costruzione. Nel 2000 ha ricevuto il Pritzker Prize e nel 2010 il Leone d’oro alla carriera della 12. Mostra Internazionale di Architettura La Biennale di Venezia, che ha poi diretto nel 2014. Fra le sue pubblicazioni ricordiamo: Delirious New York. Un manifesto retroattivo per Manhattan, a cura di Marco Biraghi (Electa, Milano 2002); con Bruce Mau, S,M,L,XL (The Monacelli Press, New York 1995); Elements of Architecture (Taschen, Köln 2018). Presso Quodlibet sono apparsi Junkspace. Per un ripensamento radicale dello spazio urbano, a cura di Gabriele Mastrigli (2006), Singapore Songlines. Ritratto di una metropoli Potemkin... o trent’anni di tabula rasa, a cura di Manfredo di Robilant (2010) e Testi sulla (non più) città a cura di Manuel Orazi (2021).