"In definitiva il mestiere dell’architetto in questo mondo sempre più complesso è pur sempre quello di renderlo meno complicato: perché infatti dovremmo fare della complessità il nostro mestiere e non invece mettere il nostro mestiere a servizio della complessità?"
Giovanni Guazzo La sempre maggiore complessità dei processi decisionali che riguardano le trasformazioni ambientali ha determinato la difficoltà di collocare le figure che intervengono nel processo, dentro i confini del proprio ambito culturale e professionale. Nello stesso tempo il termine complessità viene utilizzato spesso come una giustificazione al disimpegno nell’affrontare le reali questioni da parte di chi opera nel campo della ricerca architettonica e in particolare da coloro che si occupano di studiare le relazioni tra progetto e innovazione tecnologica. Il “progetto secondo” è dunque il tentativo di individuare i confini entro i quali il progetto contemporaneo ritrova il proprio ambito specifico e disciplinare, affrontando le questioni che riguardano l’architettura, nella sua configurazione spaziale e tecnica. Mentre al “progetto primo” sono affidate le scelte strategiche, attraverso un processo di condivisione democratica e di dialogo multidisciplinare, nel quale l’architetto svolge un ruolo “inter pares”, il “progetto secondo” resta il solo luogo specifico della connessione tra le strategie complesse e la realtà ambientale del costruito.
"In definitiva il mestiere dell’architetto in questo mondo sempre più complesso è pur sempre quello di renderlo meno complicato: perché infatti dovremmo fare della complessità il nostro mestiere e non invece mettere il nostro mestiere a servizio della complessità?"
Giovanni Guazzo La sempre maggiore complessità dei processi decisionali che riguardano le trasformazioni ambientali ha determinato la difficoltà di collocare le figure che intervengono nel processo, dentro i confini del proprio ambito culturale e professionale. Nello stesso tempo il termine complessità viene utilizzato spesso come una giustificazione al disimpegno nell’affrontare le reali questioni da parte di chi opera nel campo della ricerca architettonica e in particolare da coloro che si occupano di studiare le relazioni tra progetto e innovazione tecnologica. Il “progetto secondo” è dunque il tentativo di individuare i confini entro i quali il progetto contemporaneo ritrova il proprio ambito specifico e disciplinare, affrontando le questioni che riguardano l’architettura, nella sua configurazione spaziale e tecnica. Mentre al “progetto primo” sono affidate le scelte strategiche, attraverso un processo di condivisione democratica e di dialogo multidisciplinare, nel quale l’architetto svolge un ruolo “inter pares”, il “progetto secondo” resta il solo luogo specifico della connessione tra le strategie complesse e la realtà ambientale del costruito.
Architetto, è ricercatore presso l’Università di Camerino, Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno, dove insegna Progettazione ambientale. Ha pubblicato diversi saggi e progetti su riviste nazionali e internazionali.
SuperDesign charts the Italian Radicals’ bold experimentation in modern design from its birth through its continued influence on design today.Radical Design was launched by art, architecture, and design students in Italy in the mid-1960s.
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