Germano Celant (Genova, 1940 – Milano, 29 aprile 2020) è stato storico, critico e teorico dell’arte, internazionalmente conosciuto per la sua teorizzazione dell’Arte Povera. Ha curato mostre in tutto il mondo e pubblicato oltre centinaia di libri e cataloghi. È stato contributing editor per «Artforum» e «Interview Magazine», New York, e ha scritto per le riviste italiane «L’Espresso» e «Interni». Nel 2013 ha ricevuto il The Agnes Gund Curatorial Award da parte dell’Independent Curators International, New York. È stato senior curator al Solomon R. Guggenheim Museum di New York dal 1989 al 2008, nel 1996 è stato co-direttore artistico della prima Biennale di Firenze, nel 1997 direttore della 47. Biennale di Venezia e supervisore artistico della programmazione di Genova 2004, Capitale Europea della Cultura. È stato direttore e soprintendente artistico e scientifico della Fondazione Prada, curatore della Fondazione Aldo Rossi a Milano e della Fondazione Annabianca e Emilio Vedova a Venezia. Di recente ha curato la mostra Arts & Foods. Rituali dal 1851 per il Padiglione d’Arte di Expo 2015 alla Triennale di Milano e nel 2016 è stato project director di The Floating Piers, opera di Christo e Jeanne-Claude al Lago d’Iseo.
Tra le ultime pubblicazioni dell’autore si ricordano: Arts & Foods (Electa, 2015), Gianni Piacentino (Fondazione Prada, 2015), Aldo Rossi. Opera Grafica (Silvana Editore, 2015), William N. Copley (Fondazione Prada, 2016), Christo and Jeanne-Claude. Water Projects (Silvana Editore, 2016), Virginia Dwan and Dwan Gallery (Skira, 2016), Pop Art & Warhol (Abscondita, 2016), Mimmo Rotella. Catalogo ragionato 1944-1961 (Skira, 2016). Per Quodlibet ha pubblicato Precronistoria 1966-69 (2017) e Architettura + Design (2018)